Chandogya Upanisad. Con il Commento di Sankara (traduzione integrale, testo sanscrito in appendice) - a cura di Raphael


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Descrizione

La Chandogya è una delle Upanisad più antiche - la sua stesura viene datata tra l'VIII e il VI secolo a. C. - e fa parte del Sàma Veda, il Veda dei "canti" (sàmarì), pervenutoci in tre redazioni leggermente differenti: la Kauthuma, la Rànayanlya e la Jaiminìya, a cui appartiene anche la Kena Upanisad.

Essa costituisce una parte del sesto degli otto Bràhmana che formano la sezione Talavakara della redazione Kauthuma, il manuale liturgico del chandoga, termine a cui deve il nome e che indica il cantore che intonava gli inni sacri (chandas) o le melodie del Sàma durante le cerimonie sacrificali.

Si compone di otto Capitoli (adhyàya), o Letture (prapàtha-ka), ciascuno un conciso manuale di meditazione, suddivisi in sezioni (khanda) contenenti una quantità variabile di strofe (slo-ka), prevalentemente in prosa, per un totale di poco più di seicento.

Questa Upanisad, come la Brhadàranyaka, è fondamentale per la dottrina Advaita, contenendo numerosi passi importanti e alcuni tra i più noti mahàvàkya, o "grandi sentenze" - basti citare il celebre: "Tu sei Quello" (tattvamasi) - su cui il Brahmasutra basa diversi aforismi, mentre sono rari nella Chandogya i riferimenti ad altre Upanisad.

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