Descrizione
Per tradizione, il Cantico dei Cantici è considerato metafora del legame tra Dio ed il Popolo d'Israele, o come simbolo del luogo più santo ed interno del Tempio di Gerusalemme, il Kodesh haKodashim. Attribuito a Salomone, come il libro della Sapienza, fu dunque inserito nella Bibbia ebraica e cristiana.
Nel suo studio, Guido Ceronetti ci offre una traduzione del testo di straordinaria bellezza, sciogliendolo dalla necessità di un’interpretazione strettamente mistica, restituendogli la dimensione di un meraviglioso e passionale inno all’amore umano. Senza negare tuttavia che:
“Dio nel Cantico non c'è, eppure Dio lo riempie. È poesia erotica il Cantico, eppure l'amore umano non ne è che l'ombra sul muro. Dio cerca Dio nel Cantico, ma Dio non può andare in cerca di se stesso.”
Il più grande testo d’amore di tutte le letterature.
«Il mondo intero non vale il giorno in cui il Cantico fu dato a Israele, perché tutte le Scritture sono sante, ma Il Cantico dei Cantici è santissimo»
RABBI AQUIBÀ
«Solo quelli che hanno amato la Sapienza come una donna, e una donna (sublime cortesia, inaudito conoscere) come la Sapienza, hanno ricavato dal Cantico tutta la possibile luce».
GUIDO CERONETTI
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