Descrizione
Che cos’è la coscienza? Questa, che per noi è l’esperienza più immediata e vicina, questo «teatro segreto fatto di monologhi senza parole e di consigli prevenienti, dimora invisibile di tutti gli umori, le meditazioni e i misteri», continua tuttora ad aleggiare, come oggetto inafferrabile, nella ricerca scientifica e filosofica. Julian Jaynes, psicologo sperimentale di formazione, accenna in questo libro una risposta davvero nuova all’antico quesito. E non vuole soltanto mostrarci che cosa la coscienza non è (attraverso una disamina devastante delle teorie correnti sul tema), ma che cosa essa è e come è nata, in un intreccio audacissimo fra neurofisiologia, teoria del linguaggio e storia. Il punto di partenza è qui la divisione del cervello in due emisferi. Sappiamo che uno solo di tali emisferi (generalmente il sinistro) presiede al linguaggio e domina la vita cosciente. Qual è allora la funzione dell’altro emisfero, legato da molteplici nessi all’emozione? Chi abita, chi ha abitato quell’«emisfero muto», del quale oggi riconosciamo di sapere così poco? La tesi di Jaynes è che l’emisfero destro sia stato abitato dalle voci degli dèi e che la struttura della «mente bicamerale» spieghi la nostra irriducibile divisione in due entità: divisione che un tempo fu quella fra «l’individuo e il suo dio».
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