Il Pasto Sacro - Liam Allison Silcan

La parola “Agape” deriva dal greco e significa amore fraterno.
Nell’equivalente vocabolo latino “caritas” indica l’amore disinteressato verso il prossimo.
Con il tempo il termine Agape ha preso soprattutto il senso di banchetto fraterno. Agape è l’idea di amore che, partendo dalla consapevolezza di un appartenenza del singolo al gruppo, unisce i commensali con un processo di tipo alchemico che fonde l’animo di ciascuno con coloro che lo circondano. Il termine Agape venne utilizzato da autori e filosofi di tradizione neoplatonica, per indicare lo slancio dell’amore spontaneo verso un famigliare o un qualunque altro essere vivente.

Fin dall’origine, in tutte le comunità primitive, il pasto comunitario costituiva di per sé un atto dotato di valenza rituale e religiosa. Conservano tale carattere non solo i Banchetti rituali, riservati alle divinità, ai morti o alle principali cerimonie pubbliche, ma anche i Pranzi privati cui venivano comunque invitati ad onorati gli Dèi Mani e i Celesti.

Il Rito dell'Agape come atto iniziatico è antichissimo, e probabilmente fu preceduto dalla sua versione profana nel proprio gruppo sociale di appartenenza quale rituale di celebrazione e conferma dei legami interni. Uno stadio successivo, vide un gruppo ristretto di iniziati partecipare in segreto ai sacri misteri del “Pasto Sacro” quale conclusione del rito di passaggio alla pubertà o dell’accettazione di un nuovo membro nel clan dei cacciatori e poi, in epoche successive, nel novero dei guerrieri.
Consumare il cibo offerto su di un altare probabilmente rappresentò la prima forma di atto religioso dopo la sepoltura dei morti. Nel corso della storia umana, anche se talvolta con nomi diversi, il “Pasto Sacro” è sempre stato praticato: dagli Egizi, dai Mitraici, dai Celti, dai Pitagorici, dai Greci, dai Romani, dalle antiche Scuole Misteriche, dagli Esseni e, infine dai primi Cristiani, dalle varie forme di monachesimo, dai Sufi, dai Vichinghi, dai Templari fino ai Circoli Ermetici moderni.