Descrizione
Il segreto del fiore d'oro è un classico manuale di meditazione buddhista e taoista scritto in Cina circa duecentocinquanta anni fa. Il fiore d'oro simboleggia la quintessenza delle due Vie. L'oro rappresenta la luce stessa della mente, e il fiore è lo sbocciare, il rivelarsi della luce mentale.
Questa pratica, nata dalla fusione delle vigorose intuizioni del Buddhismo chan con il naturale misticismo taoista, non si basa su alcun dogma filosofico o religioso, non comporta nessun rituale, nessun apparato speciale. È, al tempo stesso, vicina, perché si svolge tutta dentro di noi, e remota, poiché implica un uso dell'attenzione che non è familiare alla mente, abituata a perdersi in pensieri e fantasticherie.
Questo testo ha avuto un'influenza fondamentale sulla cultura occidentale e sul suo modo di interpretare le dottrine filosofiche e religiose dell'Oriente.
Tradotto fin dal 1929 da Richard Wilhelm e commentato da Cari Gustav Jung, è forse il testo cinese più conosciuto e, paradossalmente, il più frainteso.
Wilhelm, non essendo a conoscenza delle dottrine e della terminologia buddhiste, ne ha dato una versione completamente falsata, interpretando alla lettera il simbolismo alchemico in cui il testo si esprime. Invece, questi versi concisi, colmi di mistero e di saggezza, non alludono alle pratiche psicofisiche di 'circolazione dell'energia vitale', bensì a un metodo diretto e accessibile di autorealizzazione: l'esercizio che consiste nel 'volgere intcriormente la luce' (cioè, l'attenzione) concentrando la mente per portarla alla radice stessa della consapevolezza, nel suo stato naturale e spontaneo, libero da ogni condizionamento.
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