Descrizione
Le prime manifestazioni dell'Alchimia occidentale risalgono forse all'Egitto dinastico, ma i primi trattati compaiono a partire dal Periodo Tolemaico, opera di alchimisti egiziani e greco-bizantini, riportabili a un periodo che ha inizio circa nel IV-III sec. a.C.
Da allora la pratica e la teorica dell'Arte alchemica sono andate arricchendosi fino a dare origine a due forme di Alchimia, l'una basata in prevalenza sulle operazioni fisiche, "Alchimia spagirica", e l'altra sui significati più profondi dell'Arte, "Alchimia filosofica o spirituale", quella che nei testi dei primi secoli era chiamata "Arte sacra", che per i veri alchimisti comprendeva anche la Spagiria come supporto all'attività interiore.
Sull'onda del pensiero illuminista e scientista, prevalso in Europa a partire dal XVII secolo, la gran parte degli storici di Chimica ha commesso l'errore di classificare l'Alchimia esclusivamente come una forma di protochimica dalla quale avrebbe avuto origine la vera Chimica.
Contro il pensiero materialista di questi studiosi, il nostro lavoro, che è una trattazione storica e insieme un'antologia commentata, vuole mettere in evidenza la reale natura del pensiero alchemico attraverso le parole degli stessi alchimisti, che fin dai primi testi degli autori egizio-bizantini avevano ben presente il duplice significato delle operazioni alchemiche, al tempo stesso operazioni fisiche e operazioni interiori di purificazione e rinnovamento allo scopo di creare un Uomo nuovo e integrale nelle sue tre componenti corporea, psichica e spirituale.
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