Descrizione
Le religioni matriarcali nei miti, nelle fiabe, in poesia
C’è stato un tempo in cui gli uomini mettevano la loro energia, la loro forza, i loro talenti a fianco delle “dee”, in difesa della comunità e dei clan. Il tempo in cui l’eroe era “caro a Era”, e con lei portava avanti la creazione.
"La Dea e il Suo Eroe" offre una ricostruzione della spiritualità e dell’organizzazione culturale matriarcali, represse e oscurate dall’imporsi dei sistemi di potere patriarcale.
Heide Goettner Abendroth descrive la rappresentazione delle mitologie matriarcali e della visione magica del mondo nelle civiltà della dea all'interno dell’area che va dall’India passando per l’Asia occidentale e l’Egitto fino al bacino mediterraneo e all’Europa. Si tratta della vasta area geografica che venne in seguito patriarcalizzata dai popoli invasori indoeuropei.
Le ben più antiche civiltà della dea di questo grande areale vengono rese accessibili partendo dai diversi patrimoni culturali tramandati. Tuttavia, poiché queste mitologie sono state messe per iscritto solo in epoca patriarcale, risultano altrettanto riplasmate, reinterpretate e distorte.
Ciò nonostante, attraverso un’accurata analisi comparativa, è possibile riconoscervi la struttura matriarcale portante. Altrettanto si possono identificare le cerimonie magiche con cui queste mitologie venivano rappresentate e messe in scena, come le grandi feste del ciclo stagionale.
Pertanto, l'autrice mostra anche in che modo la struttura mitologica matriarcale è stata deformata dalla conquista e instaurazione del dominio patriarcale nei diversi paesi per dare forma alle religioni patriarcali.
Queste alterazioni sono state prodotte secondo determinate regole, poiché si tratta di trasformazioni sistematiche della struttura mitologica più antica. Tali regole di trasformazione rimandano alle funzioni sociali della deformazione, alla “necessità” sociale di cambiare la visione del mondo per nuovi scopi.
Ciò costituisce la prima parte del libro. Nella sua seconda e terza parte Heide Goettner Abendroth persegue l’idea che le civiltà della dea con le loro mitologie e pratiche rituali non siano del tutto scomparse in seguito al sovvertimento patriarcale. Hanno continuato a esistere a lungo attraverso millenni di patriarcato, risospinte in sottoculture e in culture geografiche marginali.
Simboli e modelli di azione della primigenia visione matriarcale, infatti, sopravvivono diffusamente nella mitologia e nelle fiabe di tutta la letteratura europea, rendendo riconoscibili anche alla sensibilità moderna gli antichi archetipi sepolti nella cultura contemporanea.
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