Descrizione
Come il buddhismo zen, La via senza testa non si interessa dei molteplici aspetti e strati della mente, ma solo di arrivare alla sua essenza. Partendo da un’immagine particolarmente efficace, ‘non ho la testa’, Harding induce il lettore ad abbandonare la concezione abituale del mondo e di se stesso, e ad affidarsi unicamente alle percezioni dei sensi, dopo aver purificato il proprio universo contaminato dagli strati accumulati di nomi, ricordi e associazioni, interpretazioni e manipolazioni.
"È proprio questa illogica, testarda idea che ci siamo messi in testa, l'idea appunto di avere una testa, a confonderci. Ma è proprio quando ci arrendiamo al fatto incontestabile di non avere una testa che tutto torna a posto."
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