Descrizione
Il libro raccoglie dei discorsi fatti da Sri Candrasekharendra Sarasvati, il sessantottesimo Sankaracarya del cenobio (Sarada- matha) sankariano di Kanci, durante la sua permanenza a Madras negli anni 1957-1958.
In questi discorsi l’Acarya cerca di risvegliare negli ascoltatori il riconoscimento della grandezza della loro Tradizione spirituale, il Sanatanadharma, stimolandoli ad abbracciarla con la più assoluta fiducia e a metterla in pratica, con le modalità che più rispondono al temperamento di ognuno, per il proprio benessere e per quello dell’Umanità. Egli mette in guardia contro i pericoli rappresentati dai richiami del prassismo e del positivismo occidentale che cercano di spezzare ogni legame con la trascendenza e far dimenticare all’uomo il vero scopo della sua vita sulla terra; lo svelamento della propria vera natura.
Sulle orme di Sankara, suo grande predecessore, egli indica la conoscenza come il mezzo principe per conseguire tale scopo, ma aggiunge che per chi non è in grado di avvalersene la Tradizione mette a disposizione una serie di altri mezzi ugualmente efficaci; l’amore-devozione nelle sue varie modalità, la giusta azione che è svolgimento del proprio dharma, il culto individuale e collettivo quale semplice espressione dell’amore verso il Divino, il rito inteso come adeguamento ai ritmi (rito è ritmo, ordine, rta in termini vedici) sovraindividuali o universali, ecc.
Anche se alcune parti sembrano essere specifiche di una cultura e di un accostamento al Divino molto diversi da quelli occidentali, il lettore attento saprà certamente riconoscere gli aspetti di quella spiritualità che è parte integrante dell’uomo totale, anzi è la sua parte più vera e vitale.
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