Descrizione
Leyla e Majnun fu composto nel 1188 ed è uno dei Cinque Tesori di Nezami (1141-1204), romanzi in versi di varia lunghezza che costituiscono il centro della sua opera e una delle più alte manifestazioni della letteratura persiana. Innumerevoli altre versioni della storia di Leyla e Majnun, la più popolare storia d’amore di tutto l’Oriente musulmano, si sono susseguite nei secoli, in arabo, turco, persiano, urdu, ecc. Nessuna raggiunge il fulgore della versione di Nezami, considerato da molti «il più grande narratore, e forse, non è esagerato dirlo, il più grande poeta» (A. Bausani) della letteratura persiana. La presente edizione, a cura di Giovanna Calasso, che insegna Storia della civiltà arabo-islamica all’Università di Roma, è in certo modo la prima traduzione di Leyla e Majnun in Occidente, dove questo testo era finora conosciuto attraverso edizioni come quella di Gelpke, che sono piuttosto delle parafrasi.
Chi legge questo libro non può che rimanere abbagliato innanzitutto dalle immagini, per la profusione e la sottigliezza delle figure, per lo smalto dei dettagli, per la febbre lirica che li anima. Sono queste immagini a formare il «velo» dell’opera, come l’amore di Majnun, nel suo eccesso rigoglioso, serve a proteggere quel «frammento di paradiso» che è Leyla. E lo scrittore Nezami potrebbe pronunciare le stesse parole dell’amante:
«È meglio che l’essenza rimanga celata e che solo l’involucro appaia, meglio che dell’amata io sia il velo, che della perla io sia la conchiglia!».
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