L'individuo e il divenire del mondo - Julius Evola


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Descrizione

Julius Evola, come si legge nell’ultima pagina del suo libro, concluse Teoria e fenomenologia dell’Individuo assoluto nel 1924: uscirà in due tomi solo tre e sei anni dopo, mentre il giovane pensatore si stava già da tempo occupando di altro.
È il periodo intensissimo dei suoi scritti e delle sue polemiche in ambiente esoterico-occultistico, filosofico-accademico e religioso-protestante. Anche se sono apparsi diversi saggi su questi anni che vanno grosso modo dal 1924 al 1931 (diciamo dalla uscita della versione del Tao tê ching alla conclusione dell’esperienza del Gruppo di Ur), nonché siano state pubblicate alcune sue antologie di scritti dell’epoca, manca ancora uno studio organico specificatamente dedicato a questi tumultuosi cinque-sei anni ricchi di incontri e di scontri, di analisi e di polemiche, di conferme e ripensamenti. Un periodo decisivo per la formazione della “visione del mondo” del giovane pensatore, fra i 26 e i 33 anni.
Adesso si aggiunge questo volume che inserisce un altro titolo nella collana delle sue “Opere”. Nelle bibliografie evoliane, a cominciare da quelle compilate dallo stesso interessato, è sempre presente L’individuo e il divenire del mondo, che in realtà vero e proprio “libro” non è, ma una piccola brochure di sole, ancorché densissime, 40 pagine, pubblicato nei primi mesi del 1926 dalla romana Libreria di Scienze e Lettere. Evidentemente, però, considerato di grande importanza dal suo autore. Nell’opuscolo sono riunite, come recita il sottotitolo, “due conferenze” del 1925 per la Lega Teosofica indipendente che, dopo la loro esposizione in pubblico, trovarono posto in versioni un po’ diverse fra loro su riviste italiane e straniere: non solo Ignis e Ultra e anni dopo la tedesca Logos, ma anche bilingue (in italiano e in francese) come il cahier 1926-1927 di “900”.
In pratica si tratta di una sintesi, adatta per un pubblico più che altro versato per argomenti esoterici e occulti, delle tesi espresse in Teoria e fenomenologia dell’Individuo assoluto (soprattutto del secondo tomo) in termini certamente più semplici e comprensibili di quelli, assai tecnico-accademici, utilizzati per il libro, ma anche dell’approccio, diciamo così “filosofico” alle dottrine tantriche esposto ne L’uomo come potenza pubblicato in quello stesso periodo.
Il pubblico cui si rivolgeva sulle riviste e nelle conferenze era senza dubbio curioso e ricettivo, ma anche polemico e battagliero a difesa delle sue posizioni nei confronti di un eterodosso Evola: il saggio di Luca Siniscalco ricostruisce nei particolari oggi a disposizione l’ambiente in cui il giovane filosofo operò e, per la prima volta, basandosi sulle informazioni pubblicate nei notiziari di Ultra, anche la progressione, l’argomento con vari dettagli e lo svolgersi di queste conferenze. Può un opuscolo di così poche pagine essere tanto importante nel corpus delle opere evoliane che comprendono testi dieci volte e più lunghi? Sì, certamente: e lo dimostra con un ampio e approfondito saggio introduttivo il professor Romano Gasparotti che individua in quelle due conferenze riunite un una sola brochure le idee fondative di quanto Julius Evola avrebbe poi sviluppato altrove: le sue intuizioni, le sue novità, la sua sintesi tra filosofia e dottrine orientali, i gradini su cui si sarebbe mosso per procedere oltre.
In appendice a L’individuo e il divenire del mondo sono riuniti gli articoli a esso collegati e spesso mai ripubblicati in precedenza, apparsi su testate come Ultra, Logos, Atanòr, Ignis e “900”.

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