Descrizione
Nel 1962, in un’antica tomba macedone nei pressi di Salonicco, fu trovato il frammento di un papiro del V secolo a.C. Nello scritto, di chiara impronta orfica, si diceva che quando Dioniso si guarda allo specchio, invece di se stesso vede la molteplicità degli enti di questo mondo.
Uomini e cose di questo mondo sono quindi solo riflessi del Dio, non hanno una propria realtà, sono proiezioni, immagini frammentate della sua anima.
Se ne deduce, da questo punto di vista, che anche la nostra rappresentazione del mondo si deve a una dispersione inconsapevole della nostra anima frammentata. Se - come sostengono Jung e Hillman - la psiche è immagine, ed essere psicologici vuol dire essere fondamentalmente immaginali, potrebbe risultare interessante tentare di rispondere positivamente all’esortazione dell'oracolo di Delfi - Conosci te stesso - rispecchiandoci in alcune immagini che possiamo considerare archetipiche, "fare anima" con loro contemplandole in una sorta di galleria degli specchi, in un percorso che ci aiuti a recuperare i suoi frammenti intorno a un centro unitario.
Il saggio di Ferdinando Alaimo intende muoversi in questo senso.
È un invito a un viaggio animico, a un percorso tra gli specchi dell'anima attraverso la contemplazione di una cinquantina di immagini in calce alle quali, per renderlo più pregnante e intenso, l’autore ha inserito poesie che ne riverberano il fascino. A ogni archetipo infine è collegata una meditazione che ne consente l’approfondimento.
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