Descrizione
Publio Nigidio Figulo, fondatore del neopitagorismo romano, fu uno degli uomini di cultura più importanti della sua epoca, la cui personalità può agevolmente essere comparata a quella di un Varrone, dell'amico Cicerone o dello stesso Cesare.
Il sistema dottrinale pitagorico con la sua rappresentazione della rota mundi, con l'indicazione del significato della fascia zodiacale e con la sua complessa interpretazione astrale dei miti e delle leggende ha senz'altro costituito il secondo elemento portante della sua speculazione. Accanto a questi elementi dottrinali emerge anche una tradizione rituale riconducibile all'arcaico mondo etrusco-latino: un complesso di divinità cosiddette "minori" che contribuivano a rendere vitale quella specie di religio secunda così importante per i singoli, per lo stato e per il sofisticato sistema di scienze spirituali (divinazione, aruspicina, scienza augurale, ecc. ).
Il terzo elemento che arricchisce l'opera di Nigidio è l'apporto delle dottrine dei "Magi ellenizzati" (iraniani e caldei) e del complesso sistema speculativo che ne sostanziava i rituali.
La sintesi che Nigidio opera di questi elementi dottrinali (pitagorisnio, mondo etrusco-latino e dottrine dei "Magi ellenizzati") ha reso i suoi libri adatti ad una esigua elite spirituale, una specie di residuo oracolare di un mondo arcaico.
Nigidio appartiene a quel mondo di raffinata cultura che aveva conservato memoria dei fondamenti spirituali e rituali che avevano consentito a Roma di realizzare la pax deorum e di diventare per un intero ciclo umano un vero e proprio umbilicus mundi.
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