PICATRIX - DE RADIIS. La summa della magia ermetica attraverso la mediazione araba


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Descrizione

Il grande studioso rumeno di esoterismo Ioan Petru Culianu, scomparso troppo presto, lo aveva affermato autorevolmente nel suo capolavoro Eros e magia nel Rinascimento: il Picatrix e il De Radiis, benché proibite e circolanti in maniera occulta, erano le opere che più avevano influenzato il pensiero e i sogni dei grandi del Rinascimento, Marsilio Ficino e Pico della Mirandola in primis.


Il Picatrix, attribuito a un autore arabo medievale, lo pseudo Maslama al-Magriti, è in realtà opera di origine ermetica greco-egizia, ed è il testo di magia più diffuso nella cultura esoterica antica e medievale. Fu tradotto dall’arabo al latino in Spagna, fra il 1047 e il 1051, ed ebbe un posto preminente nelle biblioteche dei maggiori fi losofi dell’età umanistico-rinascimentale, da Marsilio Ficino a Pico della Mirandola, da Leonardo a Filarete, da Rabelais a Campanella. Bollata come opera empia, il Picatrix fu poi considerato un manuale satanico, tanto che il suo misterioso autore venne appellato come “Rettore della Facoltà diabolica”. Il grande pensatore arabo Ibn Khaldun lo aveva invece defi nito “il trattato di magia più completo e meglio costruito”. Ha ispirato un romanzo di grande successo di Valerio Evangelisti: Picatrix. La scala per l’inferno. La presente edizione è la prima traduzione italiana del testo latino.

Il De Radiis, o Teorica delle arti magiche, di cui l’originale arabo è perduto, fu tradotto in latino nel XII secolo e divenne in Occidente – insieme al Picatrix – il più diffuso manuale di magia naturale del Medioevo. Nel De Radiis, la cui matrice ermetica e neoplatonica è indubbia, sono messi in luce non soltanto i metodi, ma anche i significati filosofici e teologici del mondo magico, nelle loro relazioni con l’astrologia. Il suo presunto autore è il grande fi losofo Al-Kindi (Bassora?, Baghdad 870 ca.), autore di 270 trattati, in gran parte andati perduti.

 

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