Descrizione
Antico poema epico, libro preferito da molti indù, il Ramayana conserva un fascino inalterato che dura nel tempo.
È una delle maggiori opere di tutto il patrimonio letterario indiano e narra le vicende di Rama, l’avatar di Vishnu incarnatosi come re al fine di ristabilire i valori del dharma (giustizia e rettitudine).
La versione originale del Ramayana di circa 24.000 versi viene attribuita a Valmiki, un saggio illuminato che, dalle vette del suo elevato stato di unità, lo trascrisse in forma di verità rivelata.
Il testo tramandato fino ai nostri giorni ha visto varie edizioni, riassunti e adattamenti.
Sergio Peterlini, autore e curatore di alcuni importanti testi spirituali, ci offre una versione del Ramayana che nasce da un lungo lavoro di valutazione e confronto delle versioni antiche e più recenti, nello sforzo di offrire una lettura gradevole, senza perdere i profondi insegnamenti che racchiude.
«Valmiki, il grande saggio vissuto ai tempi di Rama, nel Treta yuga, ha raccontato la storia di questa incarnazione divina in 24.000 versi poetici in sanscrito. Il grande saggio Tulsidas l’ha resa disponibile alle masse raccontandola in hindi, ma prima ancora di lui, il grande poeta Kamban, vissuto nel nono secolo d.C., ha riassunto la storia di Rama in 10.000 versi di quattro linee ciascuno, di grande poesia, che, nella sua bellezza, fa concorrenza all’originale.
Si dice che Kamban, acclamato come il più grande poeta Tamil, mentre scriveva i suoi versi del Ramayana, avesse la compagnia di Kali Devi, che sorreggeva una lampada per fargli luce e che, quando spuntava l’alba, fosse la Dea della conoscenza e della parola, Sarasvati, a informarlo che era il momento di riposarsi, poiché il poeta era troppo assorbito nella narrazione per rendersene conto.
Esistono moltissime altre versioni ma queste possono essere considerate le principali.
La storia di Rama, in tutte le sue fasi importanti è presente in tutte le versioni, sebbene siano tutte originali nelle espressioni usate. In questo Ramayana viene seguita principalmente l’opera di Kamban, per la ricchezza delle immagini che evoca, ma sono presenti anche passi del Ramayana di Valmiki e di Tulsidas quando ritenevamo che potessero arricchire l’opera. In ogni caso, Shiva stesso dice che chiunque legga la storia di Rama è un fortunato e che l’essenza di tutto il Ramayana è racchiuso in due sillabe: “Rama”.»
Sergio Peterlini
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