Descrizione
Nella letteratura tradizionale indù il termine gita - ossia “canto” - suole indicare un componimento lirico, inserito nel contesto della Smrti o Tradizione rammentata, recante una precisa istruzione dottrinaria. Tra i numerosi “Canti” il più noto è senza dubbio la Bhagavadgita dove vengono presi in considerazione alcuni tra i principali sentieri che conducono alla Realizzazione spirituale e in particolare il sentiero della “giusta azione” o Karmayoga.
L’intento dell'Uttaragita è di approfondire lo stato di Colui che ha conseguito la Realizzazione e a tal fine vengono esposte le modalità più attinenti alla realizzazione attraverso la Conoscenza, le varie forme di meditazione, la rinuncia come stato coscienziale e la penetrazione di alcuni simboli.
L’opera consta di 119 versi distribuiti in tre capitoli: nel primo si esamina la natura dell'atman, nel secondo le diverse modalità di meditazione e le forme simboliche da penetrare coscienzialmente, nel terzo si considerano gli ostacoli che si oppongono alla Conoscenza e la risolutezza con cui è necessario intraprendere il sentiero realizzativo e perseverare nella sua percorrenza.
L'Uttaragìta porge l’istruzione nella consueta forma di dialogo tra Istruttore e discepolo, tratta gli argomenti in forma di precise domande a cui seguono concise ma esaurienti risposte.
Lungo il commento sono stati riportati dei passi dalle Enneadi in cui Plotino espone la dottrina dell’Uno rispondente perfettamente alla visione del Vedanta riguardo al Brahman senza qualificazioni (nirguna).
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