Descrizione
Il testo classico della Cabbalà è lo Zohar, il “libro dello splendore”, per secoli considerato sacro all’ebraismo ed ancor oggi venerato nei circoli mistici, al pari della Bibbia e del Talmud.
Attribuito dai cabbalisti a Rabbì Shim’on bar Yochai, celebre dottore della Mishnà, è ambientato nella Palestina della seconda metà del secondo secolo dell’era volgare. I protagonisti del libro sono lo stesso Shim’on, suo figlio El’azar ed un gruppo di amici e di scolari, che dissertano sul problema dell’uomo e di Dio, partendo dall’interpretazione mistica dei versetti della Bibbia.
Il discorso che ne scaturisce non è organico, ma si sviluppa in maniera asistematica, risolvendosi in una molteplicità di omelie dai temi più disparati e spesso prolisse.
Le intuizioni emergono quindi con diversa intesità, accavallandosi, ripetendosi e congiungendosi in mille combinazioni differenti. Il quadro che si apre ai nostri occhi è profondamente suggestivo. L’aramaico, la lingua in cui il testo è scritto a richiamare la parlata delle genti di Palestina dei primi secoli della nostra era, ne accresce il vigore e la solennità.
Nel Libro dello splendore l’antica tradizione esoterica dei Cabbalisti, volta a tracciare un itinerario mistico verso «la presenza di Dio» si trova esposta in ventuno libri, ognuno dedicato a un argomento.
In questa antologia, curata da Elio e Ariel Toaff, sono raccolti per temi alcuni dei brani più significativi dello Zohar, il cui percorso, tutto illuminazioni fulminee e meditato ragionare, si rivela, al lettore più attento, come una vena purissima e segreta a cui attingere una nuova e profonda comprensione della nostra cultura.
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